
RECENSIONE DI: Programmata per tradire di Lara Dei
Elena Ruggeri è un’affascinante veterinaria milanese di ventisette anni. Dolce e solare, si nasconde dietro la maschera della ragazza perfetta, ma possiede un’anima estremamente tormentata, segnata da un passato doloroso.
Donna incline alle dipendenze, non riesce a essere fedele e utilizza il sesso in maniera compulsiva, per non elaborare le sue sofferenze emotive.
Seducente e disinibita, naviga tra diverse relazioni parallele, senza mai riuscire veramente ad aprire a nessuno il suo cuore.
Quando capisce che le sue abitudini le stanno condizionando negativamente la vita, decide di affidarsi alle cure di un rinomato sessuologo.
Sarà proprio questa scelta a segnare il punto di svolta: Per la prima volta nella sua vita, riuscirà a vivere dei veri rapporti interpersonali, senza farsi dominare solo dai suoi impulsi e dalla sua ipersessualità.
Tra intrighi, inganni, e segreti che riaffiorano dal passato, Elena troverà finalmente l’amore, ma riuscirà a non farselo sfuggire?
GENERE: Erotico psicologico
COPERTINA: Bella, dark, adatta!
Il romanzo risulta molto interessante da tutti i punti di vista, approfondisce tematiche molto importanti quali i legami famigliari, la fiducia, l’amicizia, il tradimento, i turbamenti e traumi psicologici e le possibili reazioni di quest’ultimi nel corso della vita.
Tutto è affrontato e analizzato, a mio parere, nel migliore dei modi, questi romanzo mi ha davvero entusiasmata.
Devo congratularmi con l’autrice!
Per gli amanti del genere, questo romanzo ha davvero una marcia in più!
Ne consiglio la lettura assolutamente!
CITAZIONI:
“I limoni vengono frequentemente raffigurati insieme all’immagine della Vergine Maria, rappresentano la vita, il bene e la salvezza. Sono considerati il simbolo della fedeltà e della fertilità, ma cosa più importante, scaramanticamente, allontanano il Demonio.”<
“Mi accontento di queste poche boccate di ossigeno, di queste brevi e disperate corse verso un piacere effimero, un fugace appagamento che può colmare solo in piccola parte il mio profondo bisogno d’amore.”
“per i giapponesi il dolore non rappresenta un sentimento di cui vergognarsi, quindi le crepe, così come le cicatrici dell’anima non vanno nascoste ma valorizzate. La filosofia giapponese narra che la vita consta non soltanto d’integrità, ma anche di rottura e, come tale, va accolta.”