Le mie letture

RECENSIONE DI: Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank di Stephen King

Buongiorno!

 

Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank di Stephen King
Primo racconto della raccolta: STAGIONI DIVERSE.

 

Lo trovate su Amazon.

 

TRAMA (fonte internet “https://www.thrillercafe.it/stagioni-diverse-stephen-king/“):

Il primo racconto che simboleggia L’eterna primavera della speranza è: Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank. La storia è quella di un ex banchiere, Andy Dufresne, rinchiuso nel carcere di Shawshank per l’omicidio della moglie e del suo amante. La vicenda di Andy e anche una storia di una grande amicizia tra lui e Red, un detenuto di colore che attraverso una sorta di mercato nero vende ai detenuti merce e sigarette provenienti dall’esterno del carcere. Le strane abitudini di Andy e il suo carattere taciturno finiscono per affascinare Red che rappresenta la voce narrante del romanzo. Attraverso un racconto intenso e appassionato, Red ripercorre il vissuto di Andy come quello di un personaggio mitico e l’epilogo sorprendente della sua vicenda rappresenta una leggenda per tutti i detenuti di Shawshank.

 

LA MIA OPINIONE: ⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️

 

ASPETTO TECNICO

Narrazione in prima persona.
Personaggi e luoghi ben caratterizzati.
Descrizioni troppo lunghe.

 

GENERE: Narrativa drammatica

 

ASPETTO EMOTIVO

Devo dire che è il primo libro (racconto) che leggo di Stephen King perché sinceramente scrive un genere che non amo. Ho iniziato a leggere “On Writing” ma non l’ho finito… recupererò.

Che dire?

Ho comprato questa raccolta perché costituita da racconti brevi, che io preferisco senza dubbio ai romanzi di 400/500/600 pagine che lui scrive, inoltre ho amato e adoro il film “Le ali della libertà” e nella mia vita confrontando spesso i film tratti dai libri sono sempre rimasta più affezionata ed emotivamente più coinvolta dalle storie narrate nei romanzi piuttosto che dalle rappresentazioni cinematografiche che non ho mai trovato troppo fedeli al raccontato.
Speravo anche in questo caso di innamorarmene e rimanerne affascinata, ma purtroppo non è stato così.
Ho trovato una narrazione troppo lenta, poco allacciata tra un fatto e l’altro, assente di suspense e che non mi invogliava a proseguire la lettura.
Il racconto, come il film, è narrato da Red, ma spiega piano piano dei piccoli eventi accaduti in prigione, sino ad arrivare alla storia di Andy, incastrandola con altri avvenimenti.
La storia è tutta raccontata e per niente mostrata perché è proprio Red che dal presente spiega cosa è accaduto, però non sono riuscita a immergermi e avere empatia con i personaggi, né a soffrire quando Andy veniva violentato dalle “sorelle”, né ad arrabbiarmi quando il direttore gli nega aiuto per riaprire la sua causa e nemmeno a gioire alla fine. Insomma, ho percepito tantissimo distacco dalle pagine.

Trovo anche che il finale sia molto più geniale nel film piuttosto che nel libro.

Molti di voi magari mi diranno che sono matta, che Stephen King è il re degli scrittori, be’ forse sono io che non sono riuscita a captnarne le giuste sfumature, oppure semplicemente non mi piace il suo stile :-P.

Leggerò anche gli altri tre racconti, voglio comunque dare altre chance al Re.

A presto…

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