
RECENSIONE DI: 9 volte me di Maria Dolores Secco
Ed eccomi qui con una nuova recensione di un libro da acquistare, anche perché il ricavato andrà alla Associazione Libera di Vivere fondata da Barbara Bartolotti.
Anche una parola può cambiare il mondo.
Christine Pavan è una ragazza di trentuno anni, di professione avvocato che, a causa di un grave incidente d’auto, si risveglia in ospedale priva di ogni ricordo della sua vita precedente. L’unico volto a lei familiare è quello della madre. Inizia il suo viaggio per riappropriarsi di una esistenza che sente totalmente estranea.
Grazie al suggerimento di Dafne, la sua migliore amica, incontrerà il Dottor Bonanni, che la indirizzerà a sua volta a un gruppo di sostegno, convinto che la sua mente abbia consapevolmente deciso di dimenticare.
Pian piano i cassetti della memoria cominceranno ad aprirsi e con i suoi ricordi verrà svelato anche un tragico segreto della sua famiglia, segnata dal dolore di una violenza sessuale.
Christine partecipa alle sedute del gruppo di sostegno e ascolta otto donne che si raccontano, una dopo l’altra. Attraverso di loro Christine arriva alla consapevolezza di se stessa e alla decisione di reinventarsi e diventare la nona donna del libro, inseguendo questa volta i suoi sogni e non qualcosa che le è stato imposto da altri.
Le storie delle otto donne si inspirano a fatti realmente accaduti a otto donne.
Copertina: molto carina!
Genere: Narrativa
CITAZIONI:
“Quello che chiami amore, può essere solo abitudine? A volte siamo così tanto legate al nostro mondo, così spaventate dal rischio che tutto vada in frantumi, da accettare qualsiasi cosa, anche quella che è chiaramente, nel tuo caso, una violenza psicologica.”
“A volte un silenzio uccide più di mille schiaffi, a volte non servono gli schiaffi per sapere che un amore è profondamente sbagliato.”
“C’è differenza tra vivere e non morire. Si può essere morti e camminare tra la folla. Si può essere vivi ma incapaci di muoversi.”
“La violenza uccide tutto, fa piazza pulita, terra bruciata intorno, rimangono solo sconforto, sfiducia e rabbia, ma verso se stessi. Per essere stati troppo ingenui, troppo deboli.”

Come promuovere il proprio romanzo
