
RECENSIONE DI: Madame Bovary di Gustave Flaubert
Ho voluto leggere questo grande classico per svariati motivi, il primo fra tutti è il metodo di narrazione utilizzato da questo autore che ha aperto le porte a nuovi stili e a un’apertura mentale più profonda relativamente alla scrittura.
Il suo modo sovversivo e la sua mentalità ostile a ogni tipo di regola sia materiale che fisica che politica si riflette benissimo nel suo scritto in ogni punto, dalla grammatica, al punto di vista, allo stile, alla presentazione dei personaggi e alla narrazione della storia.
MADAME BOVARY di Gustave Flaubert
La pubblicazione di “Madame Bovary” ha creato il primo e più clamoroso caso di intervento censorio pubblico ai danni di un’opera moderna: insieme al successo, infatti, lo scrittore ottenne una incriminazione per oltraggio alla morale pubblica e alla religione, da cui, peraltro, fu assolto. La sua Emma è diventata immediatamente il simbolo del disagio e dell’insofferenza borghese: vittima di una sorta di “vampirismo” che le procura appetiti e desideri sempre crescenti e un’infelicità sempre più vorticosa, è destinata a soccombere alla sua stessa smaniosa irrequietezza. Con un saggio di Marcel Proust. Introduzione di Massimo Colesanti e Mario Lunetta.
Edizione New Compton (Mammut)
Non è ho trovate di particolari e significative che mi hanno colpita.
